Nota: caro CFO se non hai problemi di allineamento tra magazzino fisico e magazzino contabile è inutile che tu legga questo articolo.

 

Bene adesso che siamo in pochi intimi, possiamo iniziare.

 

Il mondo della produzione e quello amministrativo (AFC – Amministrazione Finanza e Controllo) si confrontano da due posizioni molto definite e ben diversificate. Quando interagiscono lo fanno con una sorta di rispetto reciproco, si guardano con gli occhi di due giocatori di rugby appartenenti a due squadre diverse. Contrapposti ma essenziali al gioco perché entrambi hanno stima uno dell’altro per il lavoro duro e complicato che fanno.

Industry 4.0 e la digitalizzazione della produzione può diventare un terreno di collaborazione ed interazione tra AFC (Amministrazione Finanza e Controllo) e Produzione (Operation o SCM Supply Chain Management che dir si voglia) che porta dei grossi benefici ad entrambi.

Guardiamo un po’ la partita dal campo del capitano della squadra AFC, il CFO.

Catturare digitalmente e senza sforzo i dati della logistica interna gli consente di avere un minor sforzo nel quadrare periodicamente i magazzini. Nella nostra esperienza quando un’azienda non raggiunge gli obiettivi attesi, punta il dito subito verso il magazzino (valore flessibile nella normativa di determinazione dell’utile e della perdita) ma invece di “guardare alla luna guarda il dito”, invece di migliorare il processo di creazione di valore rappresentato dai movimenti di magazzino, cerca nell’inventario errori di conteggio. E va all’attacco di chi fa la conta, che di solito appartiene alle Operations, aumentando la frequenza dei conteggi fisici.

Ma nessuno certificherebbe il bilancio di Facebook spuntando le fatture e rifacendo i saldi dei conti principali a mano a partire dai DDT e dalle fatture, dagli estratti conti bancari e dal giornale di cassa. Si chiede piuttosto quale valore strategico rappresenti oggi FB per i suoi clienti e se paghino il giusto.

In termini di processo: avere un magazzino con articoli ben identificati in termini di codici articolo (barcode o RFID) consente di evitare errori di picking di materie prime, semilavorati o prodotti finiti da spedire, avere check point di controllo volume/peso evita errori di quantità nei prelievi o nelle spedizioni.

Conoscere ore, minuti e secondi di ogni transito attraverso i check point automatici eviterebbe di pagare le famigerate soste al trasportatore. Mostrare su monitor TV in magazzino il tempo di carico delle spedizioni in corso e il tempo residuo per evitare la sosta vi assicuro che aiuta molto più di quanto immaginate.

Certo i check point devono essere comodi per i magazzinieri, non richiedere pesature, letture di barcode con scanner manuali o attività aggiuntive. La digitalizzazione del processo di prelievo e spedizione da molta efficienza e così si ripaga, in più dà una serie di dati da analizzare per capire dove l’azienda perde valore. Altro che conta fisica.

Impostare questa abilità non è un processo immediato, non basta infatti mettere dei barcode e comprare degli scanner, bisogna definire le etichette, forse modificare qualche imballo, inserire nuove procedure semplificate, inserire degli apparati intelligenti e pestare qualche piede.

Il blend, l’associazione tra processo, tecnologia, formazione e analisi dei dati è ben definito nella metodologia che HTC High Tech Consultant offre ai suoi clienti da 28 anni.

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