L’incontro tra OT e IT rivela un aspetto molto interessante riguardo alle competenze realmente necessarie per poter ideare e realizzare un sistema MES (o MOM o supervisore di fabbrica).

Attorno al tavolo della progettazione ci sono, in stragrande maggioranza, aziende che fanno automazione o che hanno una storia fortemente legata a questo mondo.

Le leggi del settore parlano chiaro: l’automazione fa fare alla macchina quello che la meccanica non può o non vuole fare (forma debole e forte dell’enunciato)

Questo significa che l’automazione si preoccupa per lo più di implementare NELLA macchina funzionalità che non sono previste, ma che a volte potrebbero essere realizzate grazie alla meccanica.

Quindi lo sguardo, la direzione degli sforzi e l’attenzione dell’azienda di automazione è rivolta ai processi DELLA macchina e non a quelli che ruotano intorno ad essa.

Un sistema MES è invece un mediatore culturale, un interprete, un ponte tra il mondo dell’IT e il mondo delle operations.

Come tutti gli interpreti culturali deve conoscere tanto la cultura di un mondo che quella dell’altro e deve saper manipolare con semplicità i concetti dell’una e le abitudini dell’altra.

Negli scambi di messaggi è necessario che comprenda, acquisisca e padroneggi il messaggio del mittente, che lo interpreti in modo corretto e che ne riesca a trasporne il significato nel “mondo culturale” e nella simbologia dell’altro. Si noti come non si tratta di una coppia di persone ma di una singola entità integrata.

 

Nella nostra esperienza le caratteristiche importanti di un progettista di MES sono quindi tre.

Essere “uno”. La soluzione non può nascere dalla progettazione di “due” o più entità. Andrebbe infatti trovato, nel caso di due entità separate, un linguaggio di mezzo con un doppio rischio di perdita del significato del messaggio. È come tentare di fare una traduzione simultanea tra Inglese e Russo passando per l’Italiano.

Conoscere entrambe le culture. Non è facile raggruppare in un’unica persona la conoscenza di entrambe. Per questo serve un team che funzioni come tale in modo sincronizzato ed efficiente. La dimensione su cui misurare uno o due è dato dalla dimensione “azienda”, ad esempio. Un team che si incontra by project non è efficiente in quanto una comunicazione efficiente intra gruppo si deve sviluppare nel tempo all’interno di un team che lavora assieme in continuo.

Agnostico rispetto ai due mondi. Deve mediare, arbitrare e essere quindi al di sopra delle parti. Questa caratteristica è raggiungibile facendo riferimento a degli standard di Enterprise Architecture o di mappatura dei processi di business. Uno standard pensato per un grande numero di realtà aiuta a incasellare gli argomenti e le entità nel posto giusto garantendo ordine, pulizia e soprattutto la possibilità di aggiornare il modello nel futuro.

Da 28 anni implementiamo progetti di ERP e MES, eseguiamo analisi di processo, BPR e facciamo i project manager per la digitalizzazione della produzione. Abbiamo avuto grandi maestri da cui abbiamo imparato tanto e situazioni critiche superate facendo leva sulle competenze del gruppo. Questo ci consente oggi di accompagnare per mano i nostri clienti anche quando la strada da percorrere non è tracciata evitando loro di intraprendere soluzioni improvvisate o di perdere tempo.